Storia di una famiglia
Recensione a Una famiglia di Paolo Ciampi
di Mauro Bonciani - Il Corriere fiorentino
Questa storia parte dalla fine, dai quasi 90 tra nipoti e pronipoti che Anna e Luigi Ventura avrebbero oggi se non fossero incappati nell'Olocausto. Dalla fine, perché è il viaggio nella rinascita di una famiglia, di quattro bambini rimasti senza babbo e mamma nel 1944, che non si sono arresi, non si sono fatti travolgere dalla macchina dello sterminio e anni dopo hanno riavvolto i fili della memoria. "Una famiglia" è il titolo del libro di Paolo Ciampi, edizioni Giuntina, che domani sarà presentato a Palazzo Vecchio (ore 16.30, sala delle miniature), una storia di ebrei toscani, di dolore ma soprattutto di amore. Quello di Luigi e Anna, quello dei due sposi benestanti verso i loro figli Miriam. Saul, Daniele ed Emanuele, quello dei fratelli tra di loro, ma anche quello di tante persone che aiutarono quella famiglia di ebrei a asfuggire a retate e deportazione. La "banalità del bene" - per così dire - è esemplificata da una cartolina. Anna Ventura, catturata e detenuta nel campo di Fossoli, dal treno che la sta portando in Germania e alla morte, getta una cartolina, durante una sosta a Bolzano: "Prego impostare" è la richiesta scritta sul dorso e davvero una mano pietosa imbucò quella cartolina e l'ultimo messaggio di una sposa e di una mamma arriverà ai suoi cari. "Carissimi, salute ottima, morale altissimo. Ci rivedremo presto. Baci tanti a tutti. Tutto il mio pensiero. Nina", scrive Anna per tranquillizzare i suoi anche se sa che sta andando incontro al peggio. Babbo Luigi morirà poi per effetto delle ferite di un mitragliamento aereo al pulman sul quale stava tornando a casa e Ciampi racconta la lotta lucida e feroce di Miriam, 16 anni, per tenere uniti tutti, per trovare da mangiare, per non cedere allo sconforto anche se la loro infanzia era stata fatta di vacanze al mare, di bambinaie che li accudivano, di prestigio sociale (Luigi, iscritto al Partito Fascista, arriva a essere direttore del reparto chimico della Reale Zecca di Roma, nominato Cavaliere dell'Ordine della Corona, prima del ciclone provocato dalla leggi razziali), per non arrendersi anche alla morte del piccolo Emanuele, a Firenze. Miriam, Saul e Davide saliranno su una nave che li porterà in Palestina e i loro figli e nipoti diventeranno testimoni di una famiglia normale. Mentre, come sottolinea Paolo Ciampi, i nomi dei lroo aguzzini sono caduti nel dimenticatoio della storia.