Misteriosamente gigantesche
Misteriosamente gigantesche
Matilde Passa - LEGGENDARIA
"La prima si vestì da prostituta per offrirsi all'uomo desiderato. La seconda era prostituta di mestiere e tradì il suo popolo. La terza si infilò di notte sotto le coperte di un ricco vedovo e si fece sposare. La quanrta fu adultera, tradì il marito che venne fatto uccidere dal suo amante. L'ultima restò incinta prima delle nozze e il figlio non era dello sposo".
Cinque "donne per male" compaiono nella genealogia che Matteo antepone al suo Vangelo per enumerare gli antenati di Gesù. Sul perché di quella scelta ci si interroga continuamente. Erri De Luca lo fa secondo il suo stile secco, incisivo, e insieme allusivo, poetico. E allora capita che nei suoi libri smilzi - questo non supera le 60 pagine, per giunta composte a caratteri grandi e spaziosi - ci si fermi a ogni parola perché ogni parola contiene più sensi e, spesso, un'interrogazione per la quale non si attende una risposta. Ma un'apertura al mistero. E persino una provocazione.
A cominciare dal titolo. Le chiama "Le sante dello scandalo", ma Tamr, Rahav (che viene scritta Raab nelle nostre traduzioni), Ruth, Betsabea non sono sante. E Maria è qualcosa di diverso da una Santa. Del resto l'ebraismo non conosce i santi, il cristianesimo sì. E così De Luca le iscrive di diritto nella Santa storia del cristianesimo. Anche se la vulgata cattolica farebbe volentieri a meno di Tamar, che si traveste da prostituta per sedurre il suocero che manca di obbedire alla legge; di Rahav che, per seguire il Dio di Israele, tardisce il suo popolo e consegna Gerico agli israeliti, di Ruth che sbrigativamente seduce il parente vedovo su istigazione dell'ex suocera Noemi; di Betsabea, amante di Davide, che si macchia insieme al suo re dei peccati più garvi, eppure darà alla luce Salomone, il più saggio di tutti i re di Israele.
Di Maria no, il cristianesimo non può fare a meno, ma solo perché, come spiega esemplarmente Michela Murgia nel suo "Ave Mary", ce la rimodella secondo i canoni più tardizionali dell'immagianrio patriarcale.
L'ebraismo, invece, è abituato agli scandali e tra le lettere del suo libro sacro, a chi sa scrutare, appaiono sempre nuove verità, provvisorie ma esemplari. Erri De Luca ha passato uan vita a studiarlo quel libro e ogni volta accende in noi una scintilla. Perché la prima donna che fa scandalo è Eva, con il suo morso peccaminoso. Ma fu davvero così? Davvero quel "tu partorirai con dolore" contiene la condanna che perseguita le donne da millenni? No, ci dice De Luca, non è così. E' un errore, una tradimento della traduzione. Un tradimento consapevole. Perché nelle Sacre Scritture quella parola "ètzev" ricorre sei volte, e ogni volta viene resa con "sforzo, fatica". Una sola volta diventa "dolore": nella cacciata dall'Eden. E quella che era una costatazione legata alle elggi della natura, diventa una punizione, un castigo per una colpa da espiare. "Il falso è lì da migliaia di anni e non è rimediabile. Mi basta sapere che non c'è volontà divina di punire quella prima donna, vertice di perfezione, con un maligno dolore. Mi basta sapere che il dito/grilletto puntato dai pulpiti, tu donna partorirai con dolore, è scarico, senza mandante". Il Dio degli ebrei è assolto.
Succede che, quando si vogliono rimettere le cose al loro posto, in uesto caso il posto della donna, ci si innamori dei perseguitati, di coloro che sono state messe in un angolo. E' così anche per De Luca. Questo libro è un atto di amore, così come lo sono nella loro imprevista provocazione tabti passi dei Libri Sacri che pure sono stati scritti da uomini, ma hanno affidato a donne "misteriosamente gigantesche" il rapporto più autentico con la divinità.
"Prima di essere sigillate nella più prestigiosa discendenza del monoteismo, queste donne furono riempite di grazia, forza soprannaturale per sostenere da sole la rissa con il mondo e con le elggi degli uomini. Bravo Matteo a rivendicarle madri di messia, fissando i loro nomi, i loro amori necessari, nel tronco benedetto, dal quale non è spuntata l'ultima parola".