Cena dalla Regina? Che caos se inviti Nina «la monella»

Lara Crinò recensisce A cena dalla Regina
su Il Venerdì
 

Nina è stanca dei continui rimproveri di papà e mamma: «Stai seduta composta», «Mangia con la bocca chiusa», «Sta dritta». Per lei, ragazzina dai capelli rossi un po’ Pippi Calzelunghe un po’ Gian Burrasca, l’ora dei pasti è un tormento. Ma una sera, mentre è a tavola con i genitori, un araldo on tanto di marsina le recapita un invito particolare: la regina d’Inghilterra la vuole a corte. Nina, che non conosce le buone maniere, farà brutta figura? O sarà The Queen a scoprire il gusto della spontaneità? Gioca sul rovesciamento delle regole, sull’anarchica genialità dei bambini, che può e deve contagiare gli adulti, A cena dalla regina (Giuntina, pp. 32, euro 15,00) dell’illustratrice fumettista Rutu Modan, ospite d’onore della fiera del fumetto Lucca Comics (dal 30 ottobre al 2 novembre) con una retrospettiva al Palazzo Ducale della città toscana. Con questa storia lieve e piena di ironia, destinata a conquistare i piccoli e a far sorridere una generazione di genitori, a tratti esasperata dall’ «ineducabilità» dei propri pargoli, l’israeliana Modan (classe 1966) conferma un tocco magico per le storie d’infanzia. Premiatissima (con l’Andersen Award for Illustration e l’Einser Award americano, tra gli altri) ha cominciato a disegnare negli anni Novanta. Da allora, le sue storie hanno raccontato l’attualità difficile del suo Paese (con Il passato è passato e Unknown/Sconosciuto, una galleria di impietosi ritratti il primo e una storia legata a un attentato la seconda) ma anche il complesso rapporto degli israeliani con la memoria, il fantasma della Shoah e l’Europa nel memoir per immagini La proprietà. Lì, spostandosi su due piani temporali (la Tel Aviv di oggi, la Polonia del 1939), la sua penna disegnava l’incubo della guerra e, a molti decenni di distanza, il ritorno di un anziana ebrea – la nonna di Rutu – in una Varsavia trasformata e immemore. In A cena dalla Regina invece non c’è guerra, non c’è Israele, ma solo una storia fantastica di cui ognuno vorrebbe essere protagonista. A dimostrazione che il talento non è politica, solo capacità di leggere la realtà. Anche e soprattutto, con gli occhi dei bambini.




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