Sussurri di solidarietà

La città che sussurrò raccontata da Giuditta Casale su Tempoxme

Sono arrivata a fine lettura in un sussurro tremolante, commossa di vedere Giuseppina e Nuccia sollervarsi dal letto, con gli occhi spalancati e tanti interrogativi nello sguardo.
“La città che sussurrò” di Jennifer Elvgren, illustrato da Fabio Santomauro ha definitivamente sancito la collana Parpar di Giuntina come una delle nostre più amate.

Siamo in Danimarca, durante la seconda guerra mondiale, in un piccolo villaggio di pescatori. Anett con la sua famiglia nasconde in cantina una madre con il figlio Carl, ebrei, attendendo la notte propizia per farli imbarcare per la Svezia. Ma i nazisti hanno avuto sentore e notizia che si nascondono degli ebrei, bussano alle case, anche a quella di Anett, spargendo paura e minacce. Bisogna fare presto o tutto sarà perduto. Ma la luna non ne vuole sapere di illuminare il cielo e la strada verso il porto. Il cielo nuvoloso persiste, rendendo difficile il progetto di salvataggio. Anett, piccola coraggiosa staffetta di una rete silenziosa di solidarietà, ha in tasca la commovente soluzione, facilmente intuibile dal titolo e dalla copertina (eccezionale nel particolare dell’accento sulla parola “sussurrò”) ma che non posso svelare, perché leggerla con le bimbe è stato un momento di grande intensità, di cui non voglio privare i futuri piccoli e grandi lettori.
Se Nuccia era già al corrente della tragedia dell’Olocausto, e aveva già una sua enciclopedia personale di letture ed esperienze sul tema, “La città che sussurrò” è stato invece il primo approccio per Giuseppina. Non poteva essercene uno migliore. Il testo ha una poeticità speciale e sussurrata. Le illustrazioni sui toni del grigio rendono con evidenza la tristezza e le difficoltà del momento.

Tanti i perché di Giuseppina: perché c’era la guerra? Perché dovevano stare nascosti? Perché parlavano a bassa voce? Ho cercato di rispondere con immediatezza e semplicità. Non sarò stata esaustiva, ma spero di aver piantato un seme, quello della testimonianza e della commemorazione. Il 27 gennaio sarà facile sottolineare l’importanza del ricordo e della memoria, anche e soprattutto per noi che non ci siamo stati.
Mi è sembrato dalla reazione partecipe delle mie bimbe che il compito di noi genitori, lontani dalle brutture delle guerre e figli di un’epoca di pace nella nostra terra anche se di tragedie vicine, sia quello di far sussultare i nostri figli di fronte alle brutture del passato, perché ne siano consapevoli e allertati.

Questo libro ha un dono particolare: fa sussultare sussurando!




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