Archivio

Il pittore e la vedova recitano il Kaddish

Elena Loewenthal recensisce Sazio di giorni
su La Stampa
 

«Sazio di giorni» è il titolo dell'ultimo romanzo di Yoram Kaniuk, grande scrittore israeliano scomparso qualche mese fa. Ma è ben più che il nome di un libro: è una recondita ma vana speranza. C'è solo Giobbe, che muore «sazio di giorni»: appagato dalla vita, rassegnato alla fine, sereno per quel che lascia su questa terra. Dopo averne viste e patite tante, Giobbe si «ricongiunge con i suoi avi» e lo fa con la pace di chi è stanco di vivere ma ha amato la vita.


I vicini scomodi del Duce

La recensione a I vicini scomodi
su Sololibri.net

La vicenda biografica di una famiglia diventa il frammento romagnolo della Shoah italiana. I vicini scomodi. Storia di un ebreo di provincia, di sua moglie e dei suoi tre figli negli anni del fascismo di Roberto Matatia (Giuntina, 2014) è una storia vera, lucida, degli anni romagnoli della famiglia Matatia, una testimonianza cruda di vita e cultura ebraica all’ombra del fascismo.

Chi di noi non ha avuto modo di provare la sensazione di avere un vicino spiacevolmente "scomodo"? Quanti di noi non hanno pensato che certe vicinanze possano essere inopportune e, probabilmente, anche problematiche per i nostri fragili equilibri? Ebbene, quella che si consuma nell’estate del 1938 è la storia di una "scomoda" vicinanza tra Nissim, ebreo di origini elleniche, da pochi anni trasferitosi in Italia, e Benito Mussolini, vicinanza non comune che, nel contesto di una suadente e attrattiva città come Riccione per le sue atmosfere paesaggistiche raffinate, deve fare i conti con una realtà, sempre più opprimente, imbarazzante, soffocante.

 


Trasmettere il senso del sacro

Giulio Meotti recensisce Il Libro di Tamar
su Il Foglio
 

La storia è antica. È narrata nel capitolo 38 della Genesi. Ecco l’antefatto: “In quel tempo Giuda si allontanò dai suoi fratelli, andando a stare nei pressi di un adullamita, di nome Chirà. Là Giuda vide la figlia di un cananeo, che si chiamava Shua e la prese in moglie, unendosi a lei.


Ultimo valzer a Vienna, il gioiello ritrovato di David Vogel

Lara Crinò recensisce Romanzo viennese
su Il Venerdì - Repubblica
 

Sono solo 15 cartelle, scritte in un'ebraico minuscolo. Per decenni sono state sepolte nel fascicolo 231 dell'archivio Gnazim di Tel Aviv, senza che gli studiosi si accorgessero di cosa contenevano: la minuta di una storia inedita e bellissima dello scrittore David Vogel, morto ad Auschwitz, di cui anni fa Adelphi pubblicò Vita Coniugale. Ora il suo Romanzo Viennese arriva in Italia.
Ambientato nella capitale austroungarica d'inizio '900, mette in scena il giovane emigrato ebreo dall'Est Michael Rost, che ha molti punti in comune con Vogel, cresciuto in Russia e arriviato a Vienna per vivere «fino in fondo ogni emozione o briciola di emozione ». Spregiudicato e amorale senza cattiveria, Rost trova un ricco protettore che lo introduce alla bella vita dei café e una pensionante che lo seduce ogni notte, mentre nei pomeriggi corteggia la figlia sedicenne di lei.


La doppia faccia del tempo

Giulio Busi recensisce Il sogno e la violenza 
su Il Sole 24 ore

Uno sguardo all’indietro e l’altro rivolto in avanti, il vecchio Giano sorveglia e attende. Aspetta paziente, forse un poco annoiato. Un anno che scorre, l’ennesimo, non è l’eternità. Ne dovrà arrivare un altro, e poi uno ancora, e ancora. E lui, il dio delle porte, degli inizi e delle fini a far la guardia. Ma a cosa? Al passato che avvizzisce e si sgretola, o ai giorni che vengono e non sono, vuoti, non vissuti?




Pagine (57): | « Prima | « | < | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | > | » | Ultima » |
FacebookAnobiiFeed RssTwitterYou Tube
    Maggio 2024
    L
    M
    M
    G
    V
    S
    D
     
     
    1
    2
    3
    4
    5
    6
    7
    8
    9
    10
    11
    12
    13
    14
    15
    16
    17
    18
    19
    20
    21
    22
    23
    24
    25
    26
    27
    28
    29
    30
    31

    ArchivioScrivici